Donazioni ai figli: come evitare problemi
Le donazioni ai figli possono causare problemi con il fisco se non sono eseguite nella maniera corretta.
Infatti l’Agenzia delle Entrate è sospettosa nei riguardi degli scambi in denaro, per cui le persone che non conoscono a fondo il diritto tributario possono incorrere in sanzioni. Vediamo come fare per evitarlo.
I problemi legati alle donazioni ai figli
Uno dei problemi legati a questo tipo di donazioni è quello della sperequazione tra i familiari, in quanto una persona che possiede beni mobili o immobili non può privare della parte di questi beni che la legge definisce “legittima”, agli eredi “legittimari” come la moglie e i figli.
Gli eredi in questo caso hanno 10 anni di tempo dopo il decesso della persona che ha effettuato la donazione in vita per contestare questa operazione.
Un esempio classico è quello nel quale un genitore con una casa di proprietà e con un piccolo conto corrente bancario a disposizione, e due o più figli, intesta la casa ad uno di questi, mentre agli altri lascia il residuo del proprio conto corrente bancario al momento della morte. In questo caso gli esclusi possono richiedere la loro parte di eredità non ricevuta.
I rischi dal punto di vista fiscale
Un altro rischio al quale si può andare incontro quando si effettuano delle donazioni è quello di carattere fiscale.
Questo rischio è collegato alle donazioni effettuate con denaro contante che, non essendo tracciabili, impediscono al beneficiario di poter dimostrare, alla richiesta dell’ufficio delle imposte, come sono stati ricevuti i denari.
Per evitare di subire delle sanzioni quando si effettuano delle donazioni a favore dei figli è importante non superare i limiti che sono imposti dalle leggi in materia di riciclaggio del denaro.
Attualmente non si può utilizzare denaro contante per donazioni di importo superiore a 2mila euro, una cifra che dal 1 gennaio 2022 scenderà a 1000 euro.
Se il trasferimento di denaro avviene con altri metodi, come il bonifico bancario che può essere “tracciato” questi limiti non esistono. Altri strumenti tracciabili sono gli assegni, le carte di debito e di credito e PayPal.
Per le persone che superano i tetti massimi del contante trasferito può essere applicata una sanzione che va da un minimo di 2mila euro fino ad un massimo di 50mila euro. Dal 1° gennaio 2022 l’importo minimo della sanzione sarà di mille euro.
Donazioni ai figli: come evitare problemi
Altre cautele da osservare
Per cautelarsi contro le sanzioni del fisco quando si effettuano delle donazioni ai figli è necessario avere sempre le prove di questo trasferimento e della provenienza del denaro.
Questo perché avere a disposizione una eccessiva quantità di denaro potrebbe far scattare i sospetti quando si effettua l’acquisto di un bene di lusso.
Un esempio tipico è quello di un figlio disoccupato, al quale il padre versa, suddividendo l’importo in più versamenti, una cifra di 10mila euro, che poi il figlio usa per l’acquisto di un’auto.
In questo caso l’Agenzia delle Entrate può chiedere al figlio ragione della disponibilità del denaro e aprire quindi un accertamento fiscale a suo carico, per chiarire se il denaro non provenga da redditi in nero che non sono stati dichiarati in precedenza.
Per questo, quando gli importi non sono “irrisori” il metodo migliore è quello di usare o un assegno non trasferibile, oppure un bonifico bancario. In questo modo, anche dopo diversi anni, si può avere la completa tracciabilità del denaro, nonché delle date in cui è avvenuto il trasferimento stesso con la donazione.
Con il trasferimento a mezzo bonifico bancario inoltre, si evita di doversi recare dal notaio per le donazioni che superano il “modico valore”. Le donazioni in denaro contante infatti sono valide solo per valori modici.
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